Dieci vite by Adele Gentileschi

Dieci vite by Adele Gentileschi

autore:Adele Gentileschi [Gentileschi, Adele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Letterature - Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)
editore: ilmiolibro self publishing
pubblicato: 2023-02-17T23:00:00+00:00


6. Filomena

A quindici anni la cosa più bella è l’amore. La vita è fatta di sogni, pensi solo ai sogni. Non m’importa delle interrogazioni dei professori, dei compiti in classe. Ho tante amiche e da qualche mese ci sei pure tu. Ti ho visto per la prima volta in sella a quella moto, davanti al bar. Eri così bello con gli occhiali scuri, la barba appena visibile in un look finto trascurato, i capelli neri, il giubbotto di pelle, le mani sul manubrio, il motore acceso. Io sono arrivata a braccetto con Carmela e Concetta, ti abbiamo visto, siamo un po’ arrossite ma senza farci notare, abbiamo sorriso abbassando il viso. Tu hai girato la testa lentamente, ci hai guardato, poi hai sgasato al massimo e la moto è partita a velocità folle, con un rumore frastornante. In pochi secondi eri sparito ma qualche pensionato che passava di là ha fatto in tempo a voltarsi e sbraitare contro di te alzando il braccio.

Così ci siamo incontrati la prima volta e da lì il passo è stato breve. In quel bar ti ho conosciuto meglio, c’è voluto poco per diventare la tua ragazza. Io sono più bella delle mie amiche: ho i capelli biondi, gli occhi chiari, ho un bel corpo e mi so vestire. Mia mamma mi dice che ho un profilo greco. Sto seduta a pettinarmi i capelli lunghi e rido. La vita è bella a quindici anni.

Abbiamo cominciato a uscire la sera. Salgo anch’io sulla tua moto e ti abbraccio stretto stretto mentre sfrecci via, padrone della strada. Ci divertiamo nei locali notturni, beviamo anche qualcosa che non dovremmo. L’unica scocciatura sono papà e mamma che non vogliono che faccia troppo tardi. “Sei ancora una bambina”, mi dicono, e stanno in piedi ad aspettare che ritorni.

Qualche volta ti arrabbi tanto e sbatti i pugni sul tavolo oppure dai un calcio ai bidoni della spazzatura, li fai cadere e tutto quello che c’è dentro si sparge per strada. È così che si comporta un vero macho. Io mi sento protetta e difesa dalla tua forza, dalla tua risolutezza. Altre volte mi guardi con uno sguardo indecifrabile, la mascella serrata, l’occhio assente. Non capisco bene perché fai così, vorrei sapere a cosa pensi in quei momenti. Te lo chiedo ma non mi rispondi. Confesso di avere un po’ paura: ho paura che tu non mi ami più e che mi voglia lasciare. Allora alzo un po’ la gonna e slaccio qualche bottone della camicetta, mi metto più profumo del solito e cerco di sedurti.

Oggi mi hai detto che volevi vedermi al solito posto. Abbiamo trovato un posticino tutto per noi in campagna, lì non ci viene mai nessuno. Si trova in fondo a una stradina che si snoda in mezzo agli ulivi, una diramazione quasi invisibile che inizia a una curva della provinciale. Mi piace la campagna con gli ulivi secolari: hanno i tronchi contorti, tutti diversi l’uno dall’altro. Hanno tanti rami nodosi che si avvitano nel cielo e un fogliame denso e scuro.



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